LE PRINCIPALI TEORIE EDUCATIVE
L'influenza
degli altri
La
relazione educativa è il rapporto che si crea all'interno del
processo formativo tra docenti ed allievi e che influenza il rapporto
tra gli studenti all'interno del gruppo classe. La relazione
educativa non è un'interazione sociale occasionale ma un'interazione
sociale stabile perché gli studenti e gli insegnanti si incontrano
con frequenza, condividono spazi comuni ecc... La società nella
relazione sociale impone dei modelli di comportamento ai quali i
singoli individui devono conformarsi. Alcuni sociologi hanno
affermato che lo scopo della scuola è preparare i giovani ad essere
cittadini adatti a vivere nella società. La costituzione
dell'individuo richiede relazioni sociali, perché una persona
acquisisce le proprie specificità all'interno di relazioni, nella
relazione educativa l'allievo può esprimere e realizzare se stesso.
La teoria psicoanalitica
La teoria psicoanalitica
Secondo
la psicoanalisi, la classe è il campo di un incontro/scontro di
forze inconsce, che emergono attraverso una grande varietà di
sintomi. La psicoanalisi invita ad interpretare tali sintomi ed a
ricercare le cause profonde che ne sono all'origine, senza trascurare
la storia personale di un bambino oppure di un adolescente. La
psicoanalisi mette in luce i fenomeni transfert, con i quali, a
scuola, i ragazzi proiettano sull'insegnante le dinamiche del
rapporto con i loro genitori. Nella scuola, è possibile che si
manifestino fenomeni di proiezione: quando qualcosa all'interno della
nostra psiche, è avvertito come pericoloso, un ragazzo che teme di
essere timido, può proiettar questo suo timore su un compagno di
classe, che tratterà in modo sgarbato e scorretto. L'immagine
di sé si costruisce a partire dal rapporto con la madre e con altre
figure di riferimento. La
psicoanalisi offre all'insegnante strumenti utili per capire se
stesso. Gli atteggiamenti di un insegnate, per esempio, sono
riconducibili a conflitti infantili con i genitori, secondo la
psicoanalisi quindi, nel rapporto con gli allievi, un insegnante è
spinto a rivivere la propria infanzia.
La
teoria umanista
La psicologia umanistica prende in esame il comportamento del docente ed i suoi effetti sull'alunno. Carl Rogers ha elaborato una forma di psicoterapia basata sul rapporto di parità tra terapeuta e paziente. Un insegnamento per risultare efficace e significativo, deve essere flessibile e spostare il suo interesse dai contenuti al protagonista della relazione educativa: l'alunno Una pratica didattica ispirata alla teoria umanista, secondo Rogers, richiede tre atteggiamenti-chiave - autenticità o congruenza - considerazione positiva incondizionata - comprensione empatica Questi atteggiamenti sono in stretto rapporto tra loro: l'educatore deve porsi dal punto di vista dell'allievo (empatia), senza formulare giudizi o imporre cambiamenti di comportamento (considerazione positiva incondizionata) per indurre l'allievo a conoscere se stesso e a stabilire le proprie esperienze. L'educatore deve insegnare ad imparare, cioè fornire gli strumenti metodologici necessari per usare consapevolmente le conoscenze.
La teoria sistemica
La psicologia sistemica analizza la relazione educativa partendo da due presupposti: tutto è comunicazione ed il mondo psichico è un sistema, ossia una totalità nella quale il mutamento di una parte influenza tutte le altre. Secondo Paul Watzlavick, uno dei più noti esponenti dell'approccio sistemico, per spiegare un singolo fenomeno occorre prendere in considerazione tutto il suo contesto (l'improvviso insuccesso di uno studente potrà essere spiegato esaminando il suo contesto di vita). L'educatore deve tenere conto del contesto e creare un equilibrio tra i singoli, sapendo che ogni cambiamento comporta una trasformazione generale: deve quindi tenere sotto controllo l'ansia che si diffonde in occasione dei cambiamenti ed individuare le persone-chiave con cui può gestire la situazione.
La psicologia umanistica prende in esame il comportamento del docente ed i suoi effetti sull'alunno. Carl Rogers ha elaborato una forma di psicoterapia basata sul rapporto di parità tra terapeuta e paziente. Un insegnamento per risultare efficace e significativo, deve essere flessibile e spostare il suo interesse dai contenuti al protagonista della relazione educativa: l'alunno Una pratica didattica ispirata alla teoria umanista, secondo Rogers, richiede tre atteggiamenti-chiave - autenticità o congruenza - considerazione positiva incondizionata - comprensione empatica Questi atteggiamenti sono in stretto rapporto tra loro: l'educatore deve porsi dal punto di vista dell'allievo (empatia), senza formulare giudizi o imporre cambiamenti di comportamento (considerazione positiva incondizionata) per indurre l'allievo a conoscere se stesso e a stabilire le proprie esperienze. L'educatore deve insegnare ad imparare, cioè fornire gli strumenti metodologici necessari per usare consapevolmente le conoscenze.
La teoria sistemica
La psicologia sistemica analizza la relazione educativa partendo da due presupposti: tutto è comunicazione ed il mondo psichico è un sistema, ossia una totalità nella quale il mutamento di una parte influenza tutte le altre. Secondo Paul Watzlavick, uno dei più noti esponenti dell'approccio sistemico, per spiegare un singolo fenomeno occorre prendere in considerazione tutto il suo contesto (l'improvviso insuccesso di uno studente potrà essere spiegato esaminando il suo contesto di vita). L'educatore deve tenere conto del contesto e creare un equilibrio tra i singoli, sapendo che ogni cambiamento comporta una trasformazione generale: deve quindi tenere sotto controllo l'ansia che si diffonde in occasione dei cambiamenti ed individuare le persone-chiave con cui può gestire la situazione.
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